Un argomento che tipicamente genera molta confusione nel mondo della fotografia è sicuramente legato al corretto sviluppo del negativo digitale; il RAW.
Possiamo affermare che esistono due scuole di pensiero, distinte in base all’ambiente di sviluppo utilizzato. Avremo così uno sviluppo prettamente in Photoshop (abbrevieremo per semplicità in “Ps” d’ora in avanti), previo azzeramento di tutti i parametri che coinvolgono il RAW-converter utilizzato – ed uno sviluppo interamente eseguito nell’ambiente del RAW-converter.
Sebbene le differenze tra i due metodi sopra citati siano risibili per scatti eseguiti in condizioni ottimali, va segnalata l’incongruenza che verte nella prima metodologia di sviluppo. Azzerare tutti i parametri del RAW-converter infatti non implica un “pre-sviluppo neutro“, ma bensì semplicemente uno “sviluppo errato” alla fonte.
Le potenzialità legate allo sviluppo sulla distribuzione lineare dei dati registrati va quindi sfruttata pienamente nell’ambiente più consono a far tutto ciò. Il RAW-converter è per sua natura uno strumento che interviene non sul raster finale, come avviene in Ps, ma bensì sulla distribuzione lineare consentendone una gestione migliore (enfatizzata a fronte di recuperi su ombre/alte luci).
Fatta questa doverosa premessa, vedremo un case-study legato allo sviluppo RAW interamente in ambiente Lightroom 3 (abbr. “Lr”).
La gamma dinamica presente sulla scena era completamente registrabile in un solo scatto, così ho esposto per le ombre del primo piano (facendo attenzione a non clippare le alte luci del cielo) andando successivamente a lavorare le alte luci in sede di sviluppo. Ricordate che la metodologia corretta è sempre questa, si espone per le ombre spingendo quando più a destra possibile il nostro istogramma (ETTR – Expose To The Right).
Andiamo quindi ad analizzare l’istogramma della prima scena. Come si nota questo risulta ben distribuito lungo le ascisse, presentando sulle ordinate un picco nella sezione delle alte luci legate al cielo. E’ molto importante che non vi sia del clipping su ambo i margini dell’istogramma (ombre, alte luci) in quanto un recupero comporterebbe una perdita di informazione.
Il nostro compito consiste ora nell’andare con il filtro gradiente di Lr a tirar fuori i dettagli (correttamente registrati nel RAW al momento dello scatto) legati alle alte luci del cielo, cercando di mantenere una transizione morbida del filtro – proprio come si fa con i digradanti a lastrina. Seguono quindi i comuni controlli di sviluppo legati alle curve, bilanciamento del bianco, saturazioni e dettagli.
Una volta terminato il nostro sviluppo, il nostro scatto si presenta ben gestito preservando un corretto istogramma. Siamo quindi pronti per le fasi successive per la condivisione via web o la messa in stampa.