Molti ritengono che nella fotografia digitale l’uso dei filtri sia superato e che in fase di post-produzione il loro risultato possa essere replicato; in realtà non è così: anche con le moderne fotocamere digitali l’uso dei filtri di ripresa è una pratica molto utile.
Con il passaggio al digitale si tende a scattare molto più di prima e ci si ritrova di sovente nella situazione di avere un gran numero di immagini da rielaborare, chi ha poca dimestichezza con i computer si troverà probabilmente in difficoltà; a questo punto conviene fare “un passo indietro” e ragionare come quando si era limitati dai 36 fotogrammi di un rullino, ovvero studiare bene lo scatto e attrezzarsi con i filtri giusti per le proprie esigenze.
Diversi filtri inoltre non sono replicabili via software, vedi ad esempio il polarizzatore, i filtri ND o le lenti di close-up per la macrofotografia. Cercare di emulare gli effetti delle pellicole B/N con delle semplice regolazioni in Photoshop spesso porta a risultati pessimi con perdita di dettaglio nelle ombre e un notevole aumento del rumore. L’uso dei filtri non sottrae informazioni come invece avviene operando sui canali con i software di fotoritocco.
Infine, chi manda in stampa le immagini direttamente dalle schede di memoria (o dalla fotocamera stessa), saltando lo sviluppo con i software di fotoritocco troverebbe grande beneficio dell’uso dei filtri potendo ottenere effetti non riproducibili con le impostazioni della fotocamera.
Contrariamente a quanto si pensi, anche molti utilizzatori di fotocamere compatte possono sfruttare le possibilità creative date dai filtri fotografici: esistono infatti “holder” magnetici dedicati proprio alle compatte (a patto che il corpo sia in metallo). Purtoppo però, così facendo, viene meno un dei vantaggi principali di queste fotocamere, ovvero le dimensioni ridotte; un conto è portare con se una compatta nella sua custodia che spesso sta in una tasca, tutt’altra cosa avere con sè il kit holder+filtri.
Uno dei produttori più diffusi e con l’assortimento di prodotti più modulare è quello della Cokin (inventore appunto degli holder magnetici).
Oltre ai filtri a vite, che al vantaggio di una resistenza superiore hanno come svantaggio il fatto di essere legati al diametro dell’obiettivo, esistono i filtri rettangolari (o quadrati) che, tramite un apposito supporto, vengono applicati di fronte all’obiettivo.
IL FILTRO ULTRAVIOLETTO
Il filtro ultravioletto serve ad eliminare la componente UV della luce e di conseguenza ad evitare un leggero effetto di foschia soprattutto in alta montagna. In realtà, molti fotografi usano i filtri UV per proteggere la lente frontale degli obiettivi in situazioni in cui la polvere o gli agenti atmosferici potrebbero danneggiarla.
Una versione particolare del filtro UV è lo skylight (1A), un filtro con una leggera colorazione rosata.
I FILTRI NEUTRI
I filtri neutri (ND – neutral densityND – neutral density) sono di colore grigio, disponibili in diverse gradazioni e servono a ridurre la quantità di luce che raggiunge il sensore. Si usano ad esempio per fotografare corsi d’acqua con tempi molto lunghi in modo tale da rendere l’effetto del movimento; oppure in tutte quelle situazioni in cui è necessario ridurre la profondità di campo aprendo il diaframma. Nella fotografia su pellicola (e in maniera minore anche nella fotografia digitale) i filtri ND vengono usati anche per evitare sovraesposizioni in condizioni di forte illuminazione.
I FILTRI DIGRADANTI (detti anche DEGRADANTI o GRADUATI)
Sono filtri neutri particolari in cui la colorazione non è uniforme, ma passa dal trasparente all’opaco. Sono disponibili sia grigi, sia colorati, quelli grigi servono a compensare zone con esposizione molto diversa ad esempio il cielo ed il resto del paesaggio, mentre quelli colorati (ovviamente) servono a modificare i colori di una zona dell’immagine. Questa particolare tipologia di filtro è poco utilizzato nel formato “a vite” perchè vincolano molto il fotografo in fase di inquadratura, mentre quelli montati su supporto (per quanto più ingombranti), consentono una regolazione adatta ad ogni inquadratura.
IL FILTRO POLARIZZATORE
E’ uno dei filtri più usati, viene utilizzato per eliminare i riflessi dalle superfici non metalliche, dando ad esempio trasparenza ad un corso d’acqua; aumenta la saturazione dei colori (anche l’umidità dell’aria riflette la luce) rendendo il cielo più terso e creando un forte contrasto con le nuvole. Tramite una ghiera è possibile variare l’effetto del filtro. Effetto collaterale del polarizzatore è la riduzione fino a due/tre stop della luminosità dell’obiettivo, cosa che obbliga ad aumentare i tempi di esposizione o l’apertura del diaframma.
Il polarizzatore è il filtro che per eccellenza non può essere sostituito dalla post-produzione al computer.
I FILTRI PER IL BIANCO E NERO
Questi filtri sono considerati obsoleti, ma in realtà sono il naturale connubio delle tecniche di elaborazione digitale delle immagini in fase di post-produzione, unendo queste ultime con un uso appropriato dei filtri, i risultati saranno notevoli.
Tali filtri agiscono scurendo il loro colore complementare e schiarendo il proprio, ad esempio il filtro rosso (25A) veniva usato per dare un forte contrasto tra il cielo (rendendolo quasi nero) e le nuvole (vedi l’articolo correlato); anche questo filtro rendeva necessario aumentare di almeno 2 stop l’esposizione.
I FILTRI CREATIVI
Sono filtri utilizzati per funzioni particolari, tra questi i più utilizzati sono il filtro soft-focus, (detto anche diffusore o flou) e il cross-screen.
Il primo è un filtro perfettamente trasparente, con una superficie non uniforme, esso è utilizzato prevalentemente per i ritratti, crea una sfocatura diffusa specialmente nelle alte luci, lo stesso effetto viene ottenuto spalmando un sottile strato di vaselina su un filtro UV (e poi vi divertite a pulirlo) oppure stendendo una calza di nylon davanti all’obiettivo, in questo caso cambia ovviamente la colorazione. Esistono vari tipi tipi di filtri diffusori, alcuni con l’intera superficie “irregolare” e altri con la parte centrale trasparente in cui l’effetto è limitato alla parte esterna dell’inquadratura.
Il filtro cross-screen crea invece un effetto “stella” (a quattro o più punte a seconda del filtro usato) in tutte le sorgenti di luce puntiformi creando una leggera sfocatura nel resto dell’immagine. La dimensione delle stelle è direttamente proporzionale alla lunghezza focale dell’obiettivo e alla dimensione della sorgente luminosa; viene usato per le foto notturne, ma anche per dare effetto a foto con superfici riflettenti (es il mare).
Anche gli effetti di questi filtri, oggi vengono spesso realizzati con i programmi di fotoritocco.
Nell’uso dei filtri, va sempre tenuto in considerazione il fatto che essi sono pur sempre elementi aggiuntivi, pertanto potrebbero portare ad aberrazioni cromatiche, riflessi e così via, è sempre consigliato spendere un po’ di più e comprare filtri di qualità, come regola generale, si suggerisce di non montare più filtri uno sopra all’altro.
Buonasera,
ho trovato il vostro sito molto utile e chiarissimo, specialmente, per una neofita come me in materia di fotografia.
Ho letto il vostro articolo sulle varie tipologie di filtri per macchine digitali e avrei bisogno di un consiglio.
Il mio compagno, molto appassionato di fotografia, ha una Nikon digitale. Mi vergogno a scrivere di non sapere il modello. Mi ha parlato di filtri graduati. Ho provato a cercarli nei negozi di fotografia ma anche i più’ specializzati mi hanno detto che sono strumenti ormai superati. Io vorrei poterli trovare in un qualche modo e vi chiedo un consiglio sui siti di rivenditori più’ attendibili.
Il mio compagno credo utilizzerebbe il filtro su un obiettivo da 77 mm ma ritengo che prendendo un filtro con supporto l’utilizzo si estenderebbe ad altri obiettivi. Mi sbaglio? Cos’e’ meglio comprare?
Deve essere necessariamente Nikon oppure anche altre marche sono ugualmente buone?
Grazie mille per la pazienza e per i consigli che spero mi possiate dare.
Ciao,
innanzitutto grazie per i complimenti :-)
L’argomento filtri è abbastanza complesso da affrontare, cercherò comunque di essere il più chiaro possibile.
Chi ti ha detto che i filtri graduati sono superati, a mio avviso, dimostra poca conoscenza della fotografia: essi possono essere simulati con gli strumenti di fotoritocco (es. Photoshop) ma l’effetto del filtro non è ripetibile in maniera esatta. Se fai una foto ad un panorama, potresti avere il cielo molto chiaro rispetto al resto dell’inquadratura, con i filtri graduati di Photoshop lo puoi scurire, ma se il cielo è sovraesposto (troppo chiaro), le informazioni del colore e della luminosità non saranno registrate nel file e il filtro di Photoshop non farà altro che scurirlo senza mostrare i dettagli che si vedono invece ad occhio nudo, ad esempio le nuvole potrebbero apparire semplicemente grigie senza sfumature dando all’immagine un’evidente sensazione di “artificiale”.
L’uso di un filtro “fisico” permette invece di scurire il cielo salvando le informazioni su colore e luminosità, in questo modo l’immagine sarà realistica.
I filtri graduati sono disponibili anche “tondi” e comprandoli del diametro dell’obiettivo più grande, con gli anelli di riduzione possono essere montati su obiettivi di diametro inferiore; questa soluzione (solo per i filtri graduati) è in genere da sconsigliare perchè la gradazione è fissa, ovvero per posizionare l’area scura nel cielo ti obbliga ad inquadrare la scena in un certo modo.
I filtri a lastrina invece sono rettangolari e li puoi spostare in modo da inquadrare la scena come ti pare e regolare la posizione del filtro in base alle reali necessità.
Tuttavia, sono un po’ scomodi da usare: si monta l’anello adattatore all’obiettivo, su di esso di monta l’holder vero e proprio e infine si infila il filtro.
Detto questo, veniamo ai “consigli per gli acquisti”.
I principali produttori di filtri a lastrina con i relativi holder (supporti), sono due: Cokin e Lee (ma quest’ultimo è piuttosto costoso).
Cokin ha quattro modelli diversi di holder: la seria A per obiettivi fino a 62mm di diametro, la serie P per obiettivi fino a 82 mm. di diametro e le serie Z Pro e X Pro.
Per iniziare credo che la serie P possa andare benissimo, purtoppo essendo materiale poco diffuso, non ho trovato rivenditori on-line che trattino simili articoli, ho trovato qualcosa solo sul sito Amazon tedesco ecco il link:
Spero di esserti stato utile, forse con queste informazioni puoi provare a rivolgerti nuovamente ad un rivenditore specializzato della tua città.